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Le lettere del Parroco

alla Comunità Parrocchiale

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Don Gustavo Lamanna

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ANNO PASTORALE  2024-2025

Lettera per la Santa Pasqua 2025

Lettera per il Natale 2024

Lettera del Parroco per l’inizio Anno Catechistico

 

ANNO PASTORALE  2023-2024

Lettera per il Natale 2023

Lettera per la Santa Pasqua 2024

Lettera del Parroco per l’inizio Anno Catechistico

 

ANNO PASTORALE  2022-2023

Lettera per la Santa Pasqua 2023

Lettera per il Natale 2022

ANNO PASTORALE  2021-2022

Lettera del Parroco per la Santa Pasqua 2022

Lettera per il Natale 2021

Lettera del Parroco per l’inizio Anno Catechistico

ANNO PASTORALE  2020-2021

Lettera del Parroco per la Santa Pasqua 2021

Lettera per il Natale 2020

ANNO PASTORALE  2019-2020

Lettera del Parroco per la Santa Pasqua 2020

Lettera per il Natale 2019

Lettera del Parroco per l’inizio Anno Catechistico

ANNO PASTORALE  2018-2019

Lettera per la Pasqua 2019

Lettera per il Natale 2018

Messaggio di saluto per l’inizio del suo ministero

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2024-2025 – Lettera per la Santa Pasqua –

Aprile 2025

Carissimi,

Dio con la resurrezione di Gesù dalla morte ha dato inizio a un cambiamento radicale. Dio a Pasqua non ha dato ragione alla morte ma alla vita. Si è premurato che la verità trionfi sulla menzogna, l’amore sull’odio e sulla violenza. Così Dio ha procurato alle forze della pace l’accesso al nostro mondo cruento. Ha donato la pace. Pasqua, quindi, per noi è motivo di speranza e di pace. Perché Dio è un Dio della vita e della pace. Gesù Cristo, il nostro Signore risorto è la nostra pace. Chi crede in Lui, può avere coraggio e fiducia che alla fine la pace vincerà. Chi crede in Lui sa di non dovere mai perdersi d’animo. Chi crede in Lui, trova la forza per impegnarsi per la pace e la giustizia. Gesù dopo aver salutato i suoi discepoli con le parole: “Pace a voi” soffiò su di loro dicendo: “Ricevete lo Spirito Santo! A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati”. Il perdono dei peccati è il grande dono del Signore risorto ai suoi discepoli. Questo racconto pasquale ci dice non si tratta solo della pace fuori del mondo, per quanto importante sia anche questa, il Vangelo ci rammenta anche che ci può essere pace nel mondo fuori di noi solo quando prima la pace s’insedia in noi e nel nostro cuore. Perché la pace e la discordia in definitiva si decidono nel nostro cuore. È il peccato che distrugge l’ordine che Dio ha dato alla nostra vita. Il peccato porta menzogna, odio, ingiustizia e violenza nel mondo. Solo se lo spirito del peccato, lo spirito dell’egoismo, della menzogna, dell’odio e della violenza viene estirpato dal nostro cuore e solo se lo Spirito Santo di Dio fa il proprio ingresso nel nostro cuore ci sarà pace nel mondo. La pace, quindi, ha inizio in noi stessi; la pace ha inizio nel nostro cuore. Dobbiamo continuare a purificarlo, dobbiamo continuare a farci perdonare i nostri peccati ricevendo il sacramento della penitenza. Dobbiamo continuare a pregare: “Vieni, Spirito Santo, datore di vita, riempici della Tua forza”. Tommaso in un primo momento non potè credere al miracolo della risurrezione e alla possibilità di un nuovo inizio: vacillò e dubitò. Ma quando incontrò personalmente il Risorto, arrivò alla fede. Cadde in ginocchio e disse “Mio Signore e mio Dio!”. Solo mediante l’incontro personale con Gesù Cristo egli divenne testimone e strumento della vita nuova e della pace. Tommaso ci dice da dove possiamo trarre la forza per poter vivere in questo mondo come cristiani. Abbiamo bisogno di incontrarci sempre di nuovo con il Signore risorto. Certo non ci è possibile incontrarlo di persona nello stesso modo di Tommaso. Non possiamo toccare e tastare Gesù come ha fatto lui, ma anche noi possiamo incontrarlo concretamente e attingere forza da Lui. Lo incontriamo nella Sua Parola, nella preghiera, nei Sacramenti, specie nella celebrazione comune della Messa e nella Comunione. E, non da ultimo, lo incontriamo nei nostri fratelli e sorelle specialmente in chi è nel bisogno. Perché Gesù stesso ci dice: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi fratelli più piccoli l’avete fatto a me”. (Mt 25,40). 

Insieme a Don Massimo e Don Leo porgo a voi e alle vostre famiglie un augurio di Buona Pasqua di Risurrezione e di Pace.

Il vostro Parroco

Don Gustavo

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2024-2025 – Lettera per il Natale –

Dicembre 2024

Carissimi,

nella festa del Natale, ormai vicina, Dio rinnova la sua visita, ci accarezza, e con la sua luce riscalda i valori della nostra vita cristiana. Il Natale risveglia i desideri sopiti dal logorio del tempo e dagli affanni quotidiani e apre il cuore alla speranza, tema del Giubileo quasi alle   porte, speranza come fiaccola indispensabile per i nostri passi.

Il Natale recupera la gioia di sentirsi popolo, un popolo in cammino sulle strade della storia umana tenendo alta la fiaccola luminosa della speranza. Da quella notte di Betlemme a oggi, il Natale ha sempre movimentato le persone; da quella notte, gli uomini sono in marcia: lo è stato per i pastori, per i magi, per i soldati di Erode. Da sempre Gesù è segno di contraddizione: inquieta le anime nobili e scatena rancore nelle anime grette, amanti del buio.

È importante essere in cammino. Per chi crede anche i passi fanno preghiera, un abbraccio dell’umano con il divino che negli accadimenti della vita si svela lasciando trasparire la mappa e il senso di pellegrinaggio terreno. A Natale ci inginocchiamo davanti a un Bambino adagiato su un po’ di paglia e non in candide lenzuola di seta.

Gesù non sceglie un palazzo regale, ma si fa carne umana tra quei poveri dove vivono particelle genuine di quei valori che riflettono più chiaramente i valori divini: “Se Gesù ha scelto la povertà, la mitezza, la sofferenza, il fallimento, l’amore e l’obbedienza, non è stato per rivestirsi di attrattive strane, ma perché simili condizioni umane sono beatitudini divine.

A Natale Dio ha deciso di raggiungerci là dove noi siamo, per portarci dove è Lui e per dirci che Lui ha bisogno di noi per aiutarlo con la nostra testimonianza a salvare l’umanità. A Natale Gesù si incarna nella mia vita, proprio

in me, uomo qualunque, senza meriti e pregi. Ognuno di noi può dire: “Sono io che sono indispensabile alla potenza divina per far sentire la sua presenza di amore tra le persone”.

In quella notte i primi ad accorgersi e accorrere alla grotta sono i semplici.

Gli angeli annunciano il messaggio di pace e l’affidano alle mani e ai piedi dei pastori che si muovono verso la grotta della natività.

In quello stupore c’è la meraviglia di trovarsi di fronte a una nascita avvolta da un’indescrivibile energia divina che è consegnata alle persone di buona volontà per aiutare il mondo a entrare nei progetti gioiosi di Dio.

Ha scritto un saggio indiano che noi cristiani abbiamo compreso solo a metà il passaggio di Gesù; abbiamo capito che Gesù è il Figlio di Dio, Lui e Dio-Padre sono un tutt’uno, ma dobbiamo scoprire ancora l’altra metà: Cristo e l’uomo sono un tutt’uno e ogni uomo, anche il più piccolo degli uomini è simile a Lui. In ogni persona è impressa l’immagine di Dio, Gesù con la sua nascita entra nella nostra carne per ridonare splendore alle qualità divine, per renderci sempre più somiglianti alle caratteristiche stesse di Gesù, compagno di viaggio e esemplare       modello nel pellegrinaggio terreno.

Prego e auguro a tutti che davvero, quest’anno, Gesù nasca nella nostra vita con i suoi valori immortali.

Con Don Massimo e Don Leo auguro a tutti un Buon Natale e un sereno Anno nuovo.

Il vostro Parroco Don Gustavo

 

 

 

ANNO PASTORALE 2024-2025 – Lettera ai genitori per l’inizio dell’Anno Catechistico –

Settembre 2024

Cari genitori,

è facile, osservando i figli che crescono e i problemi della società che ci circonda, essere presi dalle preoccupazioni e privati della speranza, cosa accadrà ai nostri figli? Quale futuro ci attende?

In quali compagnie si imbatteranno? Quali scelte compiranno? Riusciranno a cavarsela a scuola e negli ambienti in cui si trovano senza di noi? E la paura rischia di trasformarci non in educatori ma in protettori dei figli, attenti a difenderli dal mondo esterno con tutte le sue insidie. Questo, se da un lato fa sentire ai figli tutto l’affetto e la sicurezza da cui sono circondati non li aiuta a crescere, ad affrontare la vita, a volare in alto.

Occorre recuperare la gioia di essere educatori, pieni di grazia, resi tali dalla vicinanza del Signore che nel momento in cui ci chiama a essere padri e madri ci assicura di essere con noi nella missione affidata. Educatori che sanno sperare e per questo sanno vincere le preoccupazioni e rischiare perchè il figlio possa crescere e diventare grande.

Educatori chiamati a dare alla luce Gesù cogliendo ogni segno di miglioramento sapendosi ritirare quando è necessario, fiduciosi che i figli prima che i nostri sono del Signore, che nasce ogni giorno per superare i nostri e i loro errori e per dare a noi e a loro la forza di ripartire.

Cercheremo di confrontarci e dialogare in questo anno tra di noi: famiglia e Parrocchia per conoscere Gesù l’Educatore per eccellenza.

Grazie per la vostra attenzione e Buon cammino insieme.

Il Vostro Parroco

Don Gustavo                                                      

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2023-2024 – Lettera per la Santa Pasqua –

Marzo 2024

Carissimi Parrocchiani,

da quando è scoppiata la guerra in Ucraina e poi nella striscia di Gaza, l’unica voce che parla di pace è quella del nostro Papa Francesco; parla di negoziato, di bandire la vendita delle armi. È  una voce che sulla scena sembra inascoltata. Un  cristiano che si dice adulto, responsabile nella fede oltre ad essere un pacifista deve crescere nel diventare pacificatore, mettere pace. Il cristiano è colui che crede che Cristo non si è fermato alla morte, alla morte di croce, ma è risorto. “Pace a voi” dice Gesù. La pace è il valore più importante che può essere per l’uomo; la pace non è solo il bene più grande sulla terra.

 

La pace per Gesù è la quintessenza della salvezza e della felicità che Dio vuole donare agli uomini. Pace significa che non si spara e non si uccide, che nessuno viene cacciato dalla propria patria. La pace significa che gli uomini si accettano e si rispettano a vicenda in quanto uomini. La pace quindi presuppone giustizia e la salvaguardia dei diritti umani per tutti. La pace comincia nel proprio cuore, perché è lì che nascono i pensieri e i propositi malvagi; lì si radicano l’odio e l’idea di vendetta, che poi conducono all’ingiustizia.

 

Lì però si radicano pure il senso della giustizia e la benevolenza che dobbiamo manifestare agli altri. La pace è un dono dello Spirito, è un dono della Pasqua, ci può essere pace solo se noi portiamo la pace nei nostri cuori, se bandiamo dal nostro cuore ogni pensiero di odio, d’invidia, di malevolenza e di vendetta, se viviamo in pace con noi stessi e con Dio. Dio con la morte e resurrezione ha concluso con noi questa pace. Ora noi cristiani dobbiamo impegnarci ad essere uomini di pace, Gesù loda come beati gli operatori di pace nel discorso della montagna: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). L’opera di pace inizia nelle famiglie, sul posto di lavoro, nel vicinato, nella comunità e ovunque ci ritroviamo insieme agli altri. Quando un cristiano si incontra con altre persone il suo primo saluto dev’essere sempre il seguente: “Pace a voi!”. Gesù risorto è apparso ai discepoli impauriti e ha incontrato in modo particolare l’apostolo Tommaso.  Tommaso non volle credere all’inizio che Gesù vivesse; i suoi dubbi vennero superati quando incontrò Gesù stesso.

 

Si rese conto alla fine che non la morte, non l’odio, la   menzogna e la violenza hanno l’ultima parola. Dio è un Dio vivente, amico della vita e vuole donarci l’eternità. Quindi noi cristiani non dobbiamo avere paura ma fiducia in Dio e confidare nella vita. Alla fine vinceranno il bene che facciamo e l’amore che pratichiamo e non l’odio e la violenza.

 Cerchiamo come l’apostolo Tommaso di cadere in ginocchio davanti a Dio e di pregare dicendo: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28)

La preghiera che è la debolezza di Dio ci terrà uniti e donerà a ciascuno di noi forza, consolazione e speranza.

 

Insieme a Don Massimo e Don Leo,

Vi auguro una Buona Pasqua di Resurrezione e di Pace, con affetto

il vostro Parroco

Don Gustavo.

                                                      

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2023-2024 – Lettera per il Natale –

Dicembre 2023

Carissimi,

davanti a ogni Presepio, davanti a ogni nostra espressione artistica, con la quale vogliamo fissare l’evento strepitoso di Dio, che si fa uomo, c’è solamente da restare muti e attoniti, in un silenzio di contemplazione, di meraviglia, di riconoscenza. È questo il valore del Natale di Gesù.

Silenzio, raccoglimento, meditazione di fronte al fatto più sconvolgente della storia.

Il Natale esige silenzio: bisogna far fatica per trovare uno spazio di silenzio in mezzo al frastuono di questi giorni, ma se non lo si trova, si perde tutto il sapore e il valore di un dono così grande. Bisognerà insegnare al mondo vicino e lontano a fare silenzio: è il dono più grande

che il cristiano può fare al mondo di oggi.

Un angelo viene ad annunciare ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per noi il Salvatore”; è la gioia del mondo intero, la gioia di ieri, di oggi, e di sempre, la gioia che sola può illuminare il mondo. È la gioia di sapere che Dio è venuto e che l’uomo può ritrovare la sua salvezza, può tornare a sperare e a costruire la sua felicità.

Il Natale è un atto di umiltà: atto di verità che conduce ciascuno di noi a misurare le proprie forze insufficienti, a verificare le nostre continue sconfitte, i nostri insuccessi inguaribili.  Non è un fatto di autolesionismo, ma solamente una porzione di verità che permette un’apertura al gesto di salvezza offerto da Dio all’uomo; è un accettare con gratitudine il gesto immeritato di Dio che viene incontro all’uomo per sollevarlo dalla sua caduta e ricondurlo sulle strade della vita e della felicità.

Questo riconoscimento però non è facile: si crede sempre di potersi arrangiare da soli, di avere sufficienti forze e qualità per uscire dal labirinto, di essere intelligenti e forti, ricchi e potenti, per fare a meno di ogni altro aiuto.

Di fatto perchè si prega così poco o quasi per nulla, perché non ci si confronta quasi mai con la Parola di Dio, perché la fede è sempre e solo un sentimento e non un abbandono cosciente a Dio e alla sua azione, al suo insegnamento?

Non si  ha  bisogno di un Salvatore o forse si cerca la salvezza in qualche sistema politico, o in qualche ideologia, in qualche scoperta economica o scientifica, genetica o psicologica. Sono questi i salvatori nei quali ancora crediamo, o almeno facciamo finta di credere per dare una risposta alle troppe domande che appesantiscono i nostri cuori.

L’angelo annuncia che è nato il Salvatore, l’UNICO VERO, l’unico che può dare all’uomo la sua dignità, la sua potenza, il suo vero valore.

Natale è tutto qui: sta nel CORAGGIO DI ACCETTARE DI AVERE BISOGNO DI DIO.

 

Con Don Massimo e Don Leo, vi auguro un Santo Natale e un Buon Anno 2024 per tutto l’anno.

Il vostro Parroco Don Gustavo

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2023-2024 – Lettera ai genitori per l’inizio dell’Anno Catechistico –

05 settembre 2023

Carissimi genitori,

iniziamo il nutrimento della nostra fede lasciandoci guidare dal cammino dei vostri figli.

Gesù chiede a tutti di seguirlo, di andare con Lui. Non fermatevi mai davanti alle difficoltà, ai dubbi, alle incertezze… Mi sembra di sentire frasi come queste: sono così a terra nella mia fede in Gesù, come faccio a seguirlo? Ho così tanti dubbi, come faccio a seguirlo? Ho così tanti dubbi, come faccio a decidere di mettere in pratica ciò che Lui mi chiede? Mi sono allontanato non riesco a seguire Gesù nel suo insegnamento. E poi forse non ci credo neanche.

Chiedo cari genitori di non fermarsi ai dubbi della vita e mai rassegnarsi di fronte alle mete più grandi, anche quando ci sembra di non potere fare di più è bene restare sempre aperti alla grazia del Signore che è capace di aprire orizzonti nuovi quando meno ce lo aspettiamo; occorre però avere la disponibilità interiore a lasciarci condurre dallo Spirito di Dio.

L’anno che iniziamo può diventare un anno importante per la fede cristiana di tutta la famiglia. Con il desiderio di condividere con voi un coraggioso cammino di fede vi auguro ogni bene nel Signore.

                                    

Il Vostro Parroco Don Gustavo

                                                      

 

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2022-2023 – Lettera per la Santa Pasqua –

Aprile 2023

Carissimi,

con gioia, anche quest’anno, voglio augurarvi una Pasqua felice...la festa più bella per i cristiani. Dio che si è fatto uomo in Gesù è entrato nelle nostre contraddizioni e ci dice:

“Non temere tu, ricco di giovinezza a volte povero di senso e di futuro che spesso sfidi i confini della vita cercando brividi, sensazioni forti per lenire l’inquietudine, la noia che serpeggia nel tuo cuore. Non temere tu che cammini faticando sotto il peso delle paure, dei dubbi, che vivi fallimenti di affetti e rapporti... Non temere tu che sei malato, tu che porti dentro sofferenze spesso silenziose e nascoste ma che sono ferite che sanguinano. Non temere tu che vedi davanti a te scendere le ombre della sera che spengono giovinezza, forza, sogni e progetti umani”. Dall’orizzonte del mistero viene a te una luce splendida che ti porta il sorriso del Risorto. Lui, che ha voluto entrare come un povero nel nostro soffrire e morire, ti sussurra nel silenzio, tra le tue inquietudini: “Coraggio riprendi il cammino, lasciati inondare dalla mia luce”. Colui che è resuscitato da morte ti accarezzerà con tenerezza e forza, illuminerà un nuovo cammino, riscalderà il tuo cuore. Se ti lascerai inondare dalla sua luce ritroverai le ragioni vere del vivere e morire, ti sentirai amato e abbracciato dal Signore della vita che ha vinto la morte.  

Con Don Massimo e Don Leo vi auguro una Buona Pasqua

In Comunione di preghiera

Don Gustavo.

                                                      

 

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2022-2023 – Lettera per il Natale –

11 dicembre 2022

Carissimi,

eccoci di nuovo al Natale. Il Natale non può essere un giorno come un altro, ma esige una preparazione, un momento di sosta, di silenzio, di riflessione, di verifica: altrimenti se ne perde il valore e lo si riduce ad una abitudine pagana di lusso e di regali, che nulla hanno a che vedere con le più profonde attese dell’umanità. Il Natale è salvezza poiché è l’entrata di Dio nella storia dell’uomo, di ogni uomo. “Vi annuncio una grande gioia”: è il grido, l’annuncio di qualcuno che interrompe il sonno della notte e sveglia i guardiani. Una grande gioia: non la felicità di un avvenimento che si cancella dalla memoria, non la felicità di un momento di ebbrezza. La gioia è il dono di un cuore semplice, è la capacità di sentire anche nelle parole più amare l’eco di amore che cerca il desiderio di una comprensione da riconquistare, la sensibilità di percepire il palpito del cuore anche quando la freddezza è diventata scudo e corazza per difendersi da nuove ferite. Oggi si grida a tutta l’umanità che esiste la gioia. È un angelo che annuncia questa verità: un messaggero di Dio, è la voce stessa di Dio che viene a svegliare il duro sonno di noi uomini rassegnati. Una grande gioia è annunciata all’uomo: così grande che bisogna entrare nel più intimo di sé, e non confonderla con il chiasso di conquiste subito svanite e marcite. L’uomo ha bisogno di questa gioia: le altre gioie, false e superficiali, svaniscono e lasciano più delusi e conducono poi all’inganno, alla ricerca di surrogati, di idoli, di riempitivi che avvelenano il cuore. Questa gioia nasce solo da Dio. Il Natale allora, non è il giorno della facilità e della improvvisazione, ma il giorno della fatica, della conquista, dell’inizio, della buona volontà che rinasce e ricomincia.

PREGHIAMO

Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!

Accarezza il malato e l’anziano!

Spingi gli uomini a deporre le armi

e a stringersi in un universale abbraccio di pace!

Invita i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri

creati dalla miseria e dalla disoccupazione,

dall’ignoranza e dall’indifferenza,

dalla discriminazione e dall’intolleranza.

Sei tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi, liberandoci dal peccato.

Sei tu il vero e unico Salvatore, che l’umanità spesso cerca a tentoni.

Dio della pace, dono di pace per l’intera umanità,

vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.

Sii tu la nostra pace e la nostra gioia!

San Giovanni Paolo II

 

Vi auguro con Don Massimo e Don Leo un Natale di pace e di gioia.

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2021-2022 – Lettera per la Santa Pasqua –

10 aprile 2022

Carissimi,

lo scorso febbraio a Firenze c’è stato un incontro dei sindaci del mediterraneo nel segno di Giorgio La Pira, grande sindaco di Firenze. Un uomo pieno di coraggio, ma dove poggiava il suo coraggio? Ecco una sua affermazione limpida come una sorgente di montagna “ ..Se Cristo è risorto, come è veramente risorto, – la città di Dio è la città finale dell’uomo: è la città dell’approdo dell’esistenza umana”. Ma la città di Dio è già iniziata in Cristo Risorto: bisogna allora allargare gli spazi, gettare la semente, moltiplicare i costruttori, dare voce agli annunciatori del vangelo: bisogna, come amava ripetere Giorgio La Pira, facendo sue le parole di Edmond Rostand “ Forzare l’aurora a sorgere… credendoci!” La fede in Gesù Cristo dava a Giorgio La Pira un audacia che rasentava l’inaudito e l’incredibile. Durante una memorabile visita a Mosca , Giorgio La Pira ebbe l’audacia di presentarsi al Soviet Supremo, dichiarando la sua fede e gettando la semente del vangelo anche in quel luogo dove il vangelo poteva apparire improponibile. Disse: “Signori io sono un credente, credo nella resurrezione di Cristo che attrae a Sé i secoli e le nazioni; credo nella forza stessa della preghiera. Se volete la pace, togliete di mezzo vi prego, il ramo secco dell’ateismo, lasciate libera la fede ed i cristiani. Voi avete la bomba atomica ed io, ho la bomba della preghiera”. Nessuno si sentì offeso, nessuno reagì con disprezzo; ascoltando La Pira, si capiva che credeva in quel che diceva e soprattutto, non aveva secondi fini e tanto meno non aveva interessi personali da difendere. Questa era la sua forza per diffondere la pace e la gioia iniziata nel mattino silenzioso e luminoso della Pasqua di Cristo. I santi hanno sentito il bisogno di prendere sul serio la proposta di Gesù Cristo. La Pasqua ci

propone un itinerario di liberazione da rendere operativo nella nostra vita. Siamo prigionieri del momento, siamo persone che procedono a testa bassa, concentrati sui nostri problemi, nelle nostre difficoltà, imprigionati dagli ostacoli che ci sembrano insormontabili. Siamo concentrati sull’oggi, preoccupati di salvare il salvabile, di garantirci un passaggio sicuro per uscire senza molti danni dalla crisi che sta attraversando il nostro mondo. La proposta di Dio ci sembra troppo grande per le nostre forze. Carpe diem…..vogliamo cogliere l’attimo, pratichiamo ormai il piccolo cabotaggio, perché abbiamo rinunciato ad affrontare il mare aperto della storia. Vogliamo spremere il presente ignorando il passato … . La Pasqua ha la sua proposta: ridestare l’uomo invitandolo a sollevare la testa. La Pasqua ci proietta non in un domani qualsiasi, ma nel giorno eterno di Cristo Signore. E’ Gesù Cristo stesso che ci presenta un domani diverso, migliore, che da senso ai nostri giorni, alla nostra affannosa ricerca di libertà e di verità. E’ Gesù Cristo che “ rischia” tutto se stesso nella realizzazione di una nuova umanità, da cui scomparirà tutto ciò che provoca disgregazione e corrosione, sopruso e scandalo, ingiustizia e violenza. Ma attenzione: dobbiamo ancora attendere tutto ciò? Gesù è già risorto, la Pasqua c’è già stata e, ormai, è eterna. Ma l’uomo, dov’è?

Con Don Massimo e Don Leo auguro a tutti voi, Buona Pasqua!!!

Il Vs. Parroco

Don Gustavo.

                                                       Il Signore vi benedica.

                                                            Il Vostro Parroco.

 

 

 

 

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ANNO PASTORALE 2021-2022 – Lettera per il Natale –

12 dicembre 2021

Carissimi,

“E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi: e noi vedemmo la sua gloria”.

Dio è da sempre presente nella  storia dell’umanità di ieri e di oggi, ma con il Natale si fa presente in modo particolare, per dirci il suo amore non sceglie

la testimonianza e la parola dei profeti, ma la parola del Figlio stesso. È questo il momento che conclude le attese; è questo l’oggi, il giorno dell’intervento ultimo di Dio.

Ora Egli si rivela “Salvatore in modo unico”.

I grandi avvenimenti salvifici del passato, l’esodo, il ritorno dell’esilio, le vittorie, le liberazioni individuali e politiche, ora ricevono una conferma definitiva.

Il Salvatore è Gesù, non le divinità guaritrici del mondo greco o gli imperatori che si fregiano di questo titolo … Non c’è  possibilità di equivoco: egli è il Salvatore come Messia (consacrato - inviato) che compie le promesse di Dio; e come Signore, intronizzato da Dio mediante la risurrezione, Lui ci viene come Luce, e io sono disposto a lasciarmi illuminare?

Lui ci viene come Pace, e io sono disposto a credere che il perdono e la carità contano più di tutto e sono per il bene di tutti? Lui viene come  Parola che salva e io sono disposto ad ascoltare e vivere questa Parola che viene rivolta e proposta? Lui viene come Verità e io sono disposto a credergli anche quando la sua Parola mi scuote, mi interroga, mi mette in discussione? E noi? Sapremo unirci ai pastori nel rendimento di grazie?

Non ci basterà chinarci con stupore sulla mangiatoia: bisogna credere e vivere la propria fede, affinché la nascita di questo bambino, ignorato dai grandi di questo mondo ma riconosciuto da un gruppetto di povera gente come il Messia atteso, venga davvero scoperta e sperimentata come l’inizio di un’era   totalmente nuova per la storia dell’umanità.

Per contemplare il mistero del Natale abbiamo bisogno     soprattutto  di semplicità per accoglierne il messaggio.

Stupore e sguardo da bambini sono i mezzi necessari per godere e gustare questo evento. E la gioia contemplativa ha un senso: la nascita di un bambino, Salvatore universale, Presenza divina che viene a condividere la nostra vita, Eterno che si fa storia, Infinito che entra nel tempo, Invisibile che assume la nostra natura umana e tutto questo nella debolezza, povertà, impotenza e umiltà di una piccola creatura. Su questa povertà, in questo “farmi in tutto simile agli uomini”, si apre lo splendore del mondo dello Spirito a noi che spesso siamo coinvolti in drammi di coscienza perché ci abbandoniamo a principi di violenza e di potere nelle storie della nostra vita.  Con il Natale siamo invitati a ritrovare la dimensione del “povero”, per stupirci, per accogliere la Pace “dono natalizio”.

Una bella preghiera di Santa Teresa di Calcutta dice:

È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tieni la mano.

È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.

È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano.

È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze.

È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere in te e poi lo doni agli altri.

Auguri  di vivere così il Natale!

Con Don Massimo e Don Leo vi mando la mia benedizione.                                    

Il Vostro Parroco Don Gustavo

 

 

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2021-2022 – Lettera ai genitori per l’inizio dell’Anno Catechistico –

11 settembre 2021

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e

la vostra gioia sia piena». Gv 15,9-11

Il giorno del Battesimo siamo stati generati dalla Chiesa nella fede, innestati nella vita di Cristo, morto e risorto per me, per te, per noi.

Il Padre in Gesù ci apre la porta della vita eterna e illuminati dallo Spirito Santo camminiamo insieme a tanti fratelli e sorelle.

Cari genitori far partecipare i vostri figli al percorso catechistico non ha come finalità la preparazione ai Sacramenti della Riconciliazione, Eucaristia e Cresima, ma è la scelta di educarli con gradualità alla vita cristiana attraverso i Sacramenti, affinché la loro vita possa essere ricca di frutti.

Questa opera educativa avviene principalmente con la testimonianza vissuta nella piccola chiesa domestica: la famiglia.

La Domenica  le famiglie, convocate dalla Chiesa,  si incontrano per dissetarsi alla fontana del villaggio: la Parrocchia, dove l’intera comunità si nutre alla mensa della Parola e del Corpo del Signore.

I catechisti contribuiscono a far conoscere ai vostri figli il Vangelo affiancandovi nell’opera educativa che Dio ha affidato in modo specifico a voi genitori.

Quindi vi invito caldamente e con sollecitudine paterna a partecipare alla S. Messa per dare testimonianza ai vostri figli della gioia di essere cristiani.

 

Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto perché senza di me non potete far nulla.    Gv, 15,5

                                    

Il Vostro Parroco Don Gustavo

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2020-2021 – per la Santa Pasqua –

30 marzo 2021

Carissimi,

la Pasqua è la festa che celebra la nascita di un mondo nuovo, Pasqua è il “Giorno del Signore” e “Signore dei giorni”. È il giorno che ha fatto il Signore: gli altri giorni li abbiamo fatti noi, sono opere nostre. I giorni di tradimento, dell’abbandono, della fuga, del rinnegamento, dell’odio, della vigliaccheria, del peccato, li abbiamo inventati noi. Pasqua, invece, è il giorno creato dal Signore. È un giorno nuovo, è il primo giorno della nuova creazione, è il giorno che inaugura un mondo nuovo. Noi abbiamo inventato le tenebre, Lui ci offre la luce. Noi abbiamo accumulato sozzure, Lui ci inonda con acqua purificatrice.

Noi abbiamo cercato la morte, Lui ci regala la vita.

Noi abbiamo fabbricato l’odio, lui ha risposto con l’ostinazione dell'amore e del perdono. Noi abbiamo scelto il peccato, lui ha reagito con la misericordia. Noi abbiamo condannato, Lui ci ha “graziati”. Questo è il giorno del “Passaggio”: “Passaggio” dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, dal mondo vecchio al mondo nuovo. Il Signore a Pasqua ci offre il “Suo” giorno, ci consegna un mondo nuovo.

A Pasqua tutto è rinnovato. C’è un appuntamento da rispettare. Il Signore risorto ci precede, è davanti a noi. Non possiamo stare fermi, bisogna venire fuori. Egli ci esorta: “Non sei solo, Io sono con te! Vieni fuori, c’è la

vita che ti aspetta!”. Ci ordina di uscire da noi stessi anche quando abbiamo paura di esporci, quando abbiamo paura di “dare troppo”.

Gesù è risorto in una esplosione di energia, di potenza; noi risorgiamo gradualmente, a tappe. Trasportati dall’amore, anche noi diventiamo capaci di trasfigurare le nostre fragilità in energia, a servizio del progetto che Dio ha per la nostra vita. Tutta la vita del cristiano deve essere Pasqua!

È assolutamente necessario portare nelle nostre famiglie, nella nostra comunità, nella nostra città, dentro il mondo del lavoro, della scuola, come nel mondo della sofferenza, delle relazioni, la serenità, la speranza,e la fiducia che nascono dalla certezza della risurrezione di Gesù.

Cristo ci precede, ci aspetta, ci dà appuntamento, desidera che risorgiamo insieme con Lui; resta sempre in attesa di un nostro si, di una nostra decisione: non c’è da stare tranquilli, ci marca a uomo!

Egli, però, non risusciterà la nostra piccola vita, egoista e dolorosa: se lo facesse, sarebbe un castigo più che un premio.

Risusciterà, o meglio, ha già risuscitato più volte, speranze perdute, attese deluse, fiducie sepolte, tentativi falliti, facendo capire che non dobbiamo credere solo alla Sua risurrezione, ma anche alla nostra e che essa deve essere motivo di gioia da condividere con i fratelli.

                                    

                        Insieme a Don Massimo e Don Leo,

                                         auguro una Buona Pasqua a tutti.

                                                       Il Signore vi benedica.

                                                            Il Vostro Parroco.

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2020-2021 – Lettera per il Natale –

15 dicembre 2020

Carissimi,

il Natale ci ricorda la nascita del Salvatore, venuto nel mondo per aprirci le porte del regno di Dio.

Luci, frastuoni, regali … nella nostra opulenta società ce la mettiamo tutta per svuotare il senso del Natale, ma alla fine … ci troviamo Noi vuoti. Perché il senso è Lui, solo Lui, sempre Lui: Gesù bambino!

Il presepe può essere bellissimo, brillante, fantasioso, ma senza di Lui, non avrebbe senso. Spesso nei nostri presepi la statuina è di ceramica, di gesso, di cera, di terra, ma il contemplarla ci richiama a Lui, il Dio che si è fatto uomo per noi. Lui la vita, Lui il verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

E’ venuto, cosi come ogni giorno in ogni luogo, tanti altri bambini si affacciano sul palcoscenico di questo mondo. A molti non è neanche concesso entrare, perché viene loro negato il diritto ad un lasciapassare per questa terra. Molti altri nascono nella povertà così come Gesù e come Lui ad accoglierli ed alimentarli trovano l’amore ed il calore dell’abbraccio e del seno materno.

Altri nascendo, incontrano il benessere (e la superficialità che spesso porta con sé) ma a volte non trovano l’Amore.

Affinché questo Natale possa essere per tutti un giorno di gioia e di allegria.

E in questo periodo, così particolare a causa della pandemia, abbiamo tanto bisogno di gioia e serenità.

Affinché il Re di giustizia e di pace ispiri nel cuore degli uomini la bontà.

Affinché in questo giorno tutti ma in special modo i bambini, possano sentire attorno l’amore e per questo eleviamo la nostra preghiera a Dio Padre.

Egli ci aiuti a vivere bene il Santo Natale, ormai alle porte.

 

                      Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti dal Vostro Parroco

                      Don Gustavo, Don Massimo e Don Leo.

 

 

 

 

 

ANNO PASTORALE 2019-2020 – per la Santa Pasqua –

08 aprile 2020

I discepoli di Gesù vennero colti da paura, timore e tremore quando Gesù il Venerdì Santo venne condannato e crocifisso. Con Lui essi avevano perduto tutto il contenuto e il senso della loro vita. Si erano visti mancare il terreno sotto i piedi. Ma ora viene annunciato loro: “Non abbiate paura! Non è qui”. Non nel luogo in cui lo cercate, non nella tomba, dove con Lui sono stati sepolti anche i vostri sogni: “È RISORTO” VIVE!

La risurrezione incomincia qui oggi. Inizia dove gli uomini riprendono coraggio, non piegano la testa, seguono la propria strada e si mettono sulle spalle la loro croce con coraggio e pazienza. La risurrezione incomincia dove gli uomini, che forse per mesi e anni non hanno più parlato fra loro si ravvicinano l’un l’altro, parlano di nuovo, si porgono la mano a vicenda e provano a rifarlo. La risurrezione incomincia dove gli uomini vincono il loro egoismo, si dedicano agli altri, li consolano e li assistono facendo il loro meglio. La risurrezione incomincia dove contro i pregiudizi correnti si difende la verità e la si onora. La risurrezione incomincia dove ci si riunisce e si celebra l’Eucaristia. Ogni Eucaristia è una festa pasquale, una sorgente di vita, di forza, di incoraggiamento e di speranza. Proprio nella nostra situazione in cui molti non hanno più alcuna prospettiva di speranza, abbiamo bisogno di questa celebrazione della vita nuova. Perché ogni volta ci viene detto: “NON ABBIATE PAURA. È RISORTO” VIVE e anche voi dovete avere la vita in pienezza. Anche voi  vivrete, vivrete in eterno.

Con Don Francesco e Don Leo porgo i miei più affettuosi auguri di non avere mai paura sapendo che la forza e il coraggio vengono da un’autentica preghiera.

Vi auguro una serena e santa Pasqua

Don Gustavo

 

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ANNO PASTORALE 2019-2020 – Lettera per il Natale –

15 dicembre 2019

Carissimi,

Eccoci di nuovo al Natale.

Il Natale offre ogni anno ad ognuno di noi la voglia di desiderare un mondo migliore, proponendo tante iniziative di solidarietà che vogliono aiutarci ad amare il prossimo e ad essere più buoni. Nel cuore dell’uomo alberga una profonda nostalgia di amore, ma di un amore gratuito, che non tradisce.

A Natale è importante riscoprire che non possiamo accontentarci di ciò che è meno di Dio. Forse, alcuni non osano pronunciare il nome di Dio ma intuiscono che c’è Qualcuno al di sopra di tutti che è il solo che può illuminare la vita umana.

Se siamo capaci di ritornare nell’intimo delle nostre coscienze ci rendiamo conto che non bastano le “cose”: sono senza anima e non riempiono la nostra sete di tenerezza e di felicità.

A Natale il mondo propone tanto sfavillio esteriore; magari anche noi corriamo dietro a tanti luccichii, ma poi ci accorgiamo, a volte in fretta che dopo certi tipi di felicità rimane solo un grande amaro in bocca … solo Dio può dare la felicità vera!

IL NATALE BUSSA ALLA PORTA DELLA NOSTRA COSCIENZA. È un bussare che fa rinascere in noi viandanti nella nebbia, le grandi domande: “Perché sono nato? Perché vivo? Perché devo morire?”.

Il Figlio di Dio si è incarnato per darci le risposte a questi interrogativi. Natale si offre a tutti come la “Grande Luce” che entra sulla Terra e che viene a illuminarci la vita . Il Natale del consumismo  che ci fa correre freneticamente dietro a tanti abbagli, è il segno della grande nostalgia di Dio che c’è in noi.

DIO BUSSA ALLA PORTA DEL NOSTRO CUORE: è la Grande Luce che entra nelle tenebre dei nostri dubbi, delle nostre insicurezze, delle nostre paure, delle nostre contrad-dizioni…È una luce che non entra con grandi discorsi filosofici o teologici , ma entra nella fragilità di un BAMBINO che si offre a noi come DONO.                           

Solo l’AMORE può dare senso alla vita e a questo ci richiama ogni anno il Natale. ACCOGLIERE IL NATALE significa non avere paura dell’Amore.

Se impariamo dal Bambino a vivere l’amore vero, quell’amore che è dono, che è TOTALE GRATUITÀ le persone sole troveranno speranza, le persone ammalate troveranno conforto, le persone ansiose sicurezza.

Il Natale sia  per tutti la riscoperta dell’amore vero. Non accontentiamoci di ciò che è meno grande di Dio anche se ap-parentemente può sembrare affascinante e gratificante, perché   SOLO DIO PUÒ FARCI FELICI.                                            

Auguri carissimi a tutti di ogni bene. Con don Francesco e don Leo auguro a tutti un Santo Natale.

Il Vostro Parroco

Don Gustavo

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ANNO PASTORALE 2018-2019 – Lettera del Parroco per l’inizio dell’Anno Catechistico –

09 settembre 2019

“…La manifestazione più significativa della Chiesa avviene ogni Domenica, giorno del Signore, memoria viva della resurrezione di Cristo, quando la comunità si raduna per la celebrazione dell’eucaristia.

La Messa domenicale è il grazie settimanale, condiviso da ognuno, per il dono della fede, dell’amore e della speranza più forte di ogni morte.

…Quando diciamo che non ci sono più i buoni sapori di un tempo, in realtà stiamo constatando una sorta di smarrimento del senso profondo delle cose…

Attraverso i sacramenti, la vita nei suoi vari passaggi (nascita e morte, salute e malattia, amore di coppia e servizio alla comunità, peccato e perdono…) viene inserita nell’evento pasquale di Gesù, da cui riceve forza e senso. È Cristo stesso mediante i sacramenti a entrare nella nostra vita, agendo in essa con la potenza del suo amore”.

(CEI, commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi Lettera ai cercatori di Dio, 13)

 

Carissimi genitori ci accingiamo a vivere insieme un nuovo anno catechistico,

vi esorto calorosamente ad accompagnare i vostri figli nel vissuto quotidiano intessendo con loro una relazione profonda fatta di ascolto e dialogo, di abbracci e sorrisi, di “si” e anche di giusti e provvidenziali “no”, educandoli con l’esempio alla vita buona del Vangelo. Allora la vostra testimonianza visibile e concreta alla messa domenicale sarà vera e fruttuosa non solo per la vita dei vostri figli ma per quella di tutta la famiglia e dell’intera comunità di cui voi siete pietre vive.

La catechesi è incontro, non è una delle tante attività settimanali; i bambini non sono pacchi da consegnare ai catechisti.

I vostri figli hanno bisogno della vostra presenza, di vedervi e sentirvi la Domenica accanto a loro, rendendo grazie al Signore per la settimana trascorsa, offrendo insieme al Pastore e a tutta la comunità parrocchiale gioie e dolori. Altrimenti l’annuncio del Vangelo resta lontano dalla mente e dal cuore dei bambini e una vera crescita nella fede, nella speranza e nella carità non c’è: alla prima tempesta della vita si crolla.

Cari genitori siate di quelli che ascoltano e mettono in pratica come l’uomo che costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. (Lc 6, 48)

Vi invito a riflettere e vi aspetto ogni Domenica!

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ANNO PASTORALE 2018-2019 – Lettera per la Pasqua –

14 aprile  2019

Carissimi,

il Signore è risorto, è veramente risorto! Ogni nebbia è scomparsa. Questa notizia è semplicemente inconcepibile e incredibile e lo è non solo per noi oggi, lo fu già allora.

Gesù Cristo, martoriato e crocifisso, il cui cuore fu trafitto in croce da una lancia e che poi venne deposto in un sepolcro appena scavato, vive.

Dopo la morte è andato dal Padre Suo e nostro ed è apparso personalmente ai suoi discepoli invitandoli ad annunciare a tutto il mondo questa notizia della morte e della vittoria della vita sulla morte. La risurrezione di Cristo è il motivo della speranza della nostra risurrezione. Talvolta, per il credente,

l’abito della festa appare un lusso a causa di un’anima logorata ogni giorno dalla tristezza e dalla disperazione. George Bernanos, consigliava di mettersi ogni mattina davanti allo specchio e chiedersi: “Ho ancora oggi la faccia da risuscitato? Oppure non so annunciare altro che la tomba del venerdì, e perché qui mi sono fermato definitivamente?”. Ognuno di noi dovrebbe fare questo test pasquale. Al bando quindi la maschera di una letizia di facciata, di “una cosmetica dell’anima”. È alla luce della Pasqua che l’anima va rinnovata quotidianamente.

In Gesù risorto la vita e non la morte ha avuto l’ultima parola; l’amore ha riportato la vittoria sull’odio e la violenza. Molti assomigliano all’uomo moderno che intraprende un’escursione nel deserto. L’inclemente calore del sole lo brucia; è affaticato, è stanco. Improvvisamente vede in lontananza un’oasi che potrebbe salvarlo: ma siccome è un uomo moderno, illuminato e scettico, che non si lascia ingannare, pensa ad un miraggio. Si avvicina ulteriormente all’oasi e vede sempre più chiaramente le palme di datteri, l’erba e soprattutto una fonte. Ma pensa: questa è un’allucinazione dovuta alla fame, creata dal mio cervello mezzo impazzito. Egli ritiene che lo zampillare dell’acqua sia una illusione acustica. E così rimane a giacere nella sabbia cocente e muore … poco tempo dopo due beduini lo trovano steso là, morto. “Puoi mai capire una cosa del genere?” chiede uno dei due all’altro “i datteri gli cascano quasi in bocca, e lui giace qua morto di sete proprio accanto alla fonte; com’è possibile tutto ciò?” l’altro risponde: “era sicuramente un uomo moderno!”.

La Pasqua è l’alternativa della speranza alla disperazione e alla stanchezza di vivere così diffuse nel nostro tempo.

A Pasqua l’umanamente impossibile è divenuto vero e reale.

A Pasqua la vita e la speranza di pienezza e di realizzazione della vita hanno ottenuto definitivamente giustizia.

La risurrezione che noi speriamo, inizia già oggi.

Inizia dove ci solleviamo dal nostro egoismo e dal nostro pensiero interessato spesso gretto e limitato, dove ci apriamo alla giustizia e all’amore, dove diamo spazio al perdono e alla riconciliazione. Inizia dove risorgiamo dal sepolcro del nostro sconforto e dalla nostra stanchezza, dal nostro malcontento e dalla nostra indolenza, per osare di nuovo con quel Dio accanto al quale tutto è possibile. La risurrezione inizia dove noi nell’oggi non cerchiamo ciò che è quaggiù, ma ciò che è lassù.

Il futuro è già iniziato. Pasqua: il domani è già oggi.

Con Don Francesco e Don Leo porgo a tutti voi affettuosi auguri di una Buona Pasqua di Risurrezione.

il Vostro Parroco Don Gustavo

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ANNO PASTORALE 2018-2019 – Lettera per il Natale –

16 dicembre 2018

Carissimi,

come nelle Parrocchie dove ho prestato servizio come Parroco a San Fedele Martire (Collina Lanciani e Pietralata) e San Melchiade (Labaro – Flaminia), mi piace per Natale condividere con voi alcune riflessioni.

Innanzitutto grazie per la vostra squisita accoglienza sia in Parrocchia sia nelle famiglie che sto visitando.

Quella di visitare le famiglie è una esperienza che mi sta veramente arricchendo nel vedere tantissima umanità e senso di ospitalità.

Vengo, come ho già detto, come il Pastore che ama visitare le sue pecore senza alcuna pretesa e neanche per fare l’appello di chi viene in Parrocchia.

Vengo solo per incontrarvi; al resto ci penserà lo Spirito Santo.

Ci stiamo avvicinando al Natale, la notte di Natale sarà una notte di gioia, di grazia.

La notte nella simbologia biblica è il segno delle tenebre, del peccato, della oscurità senza speranza di luce.

Ebbene in questa notte “una luce rifulse…poichè un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio”.

Nella notte Dio squarcia le tenebre di una storia, la storia dell’uomo senza speranza e fa apparire una luce.

Nella notte senza speranza dell’umanità Dio accende la luce della speranza e dona ad ogni uomo la possibilità di iniziare un nuovo cammino.

Sono trascorsi più di 2000 anni da quell’evento, eppure anche se la luce brilla nelle tenebre, queste sembrano persistere ed incombono minacciose sulla nostra storia.

Potrebbe sembrare una sconfitta di Dio; ma non è così. Gesù è venuto come luce del mondo, come segno di sicura ed invincibile speranza. Se le tenebre persistono non è perché Dio sia stato sconfitto: è perché non tutti gli uomini hanno avuto il coraggio umile e l’umiltà coraggiosa di accendere la loro fiaccola spenta alla irradiante luce del Salvatore.

La luce quindi c’è! E solo chi è capace di umiltà e di desiderio rimane avvolto da quella luce che è vita.

Gli altri rimangono solo ricchi della loro arida superbia propria di chi vuol fare la storia della povera luce dei propri tornaconti della loro “razionale” irrazionalità, della loro ragione.

Natale è notte di grazia solo per chi sa accoglierla, per chi sente nel cuore uno struggente anelito di libertà e salvezza. Nel mondo ci sono ancora guerre, distruzioni, innocenti che muoiono, bambini che vengono sfruttati e distrutti nella loro innocenza, popoli interi che muoiono di fame per l’arroganza e l’egoismo dei ricchi, tante famiglie si disgregano, uomini che non si amano, avvelenati come sono nel loro cuore dall’odio, molti vivono senza speranza; potremmo continuare.                                                                                                       

Ma questa “notte” può terminare se lo vogliamo, solo se con fede accendiamo la nostra candela spenta alla luce del Signore, luce che nessuno potrà mai spegnere.

È venuto in mezzo a noi. Ha piantato la Sua tenda: Egli non fugge, non volta lo sguardo davanti alla devastazione operata dalle potenze inique: è proprio per questo che il Natale è e resta un Natale di gioia, di grazia: si, Egli è in mezzo a noi, condivide la nostra miseria e la nostra impotenza, condivide con noi ogni tragedia, tutte le tragedie che la mano iniqua dell’uomo fa scoppiare. Egli sopporta il male del mondo, ma ha bisogno di uomini di buona volontà, di uomini che amano in maniera incrollabile la Speranza; ad essi Dio affida il compito di essere profeti del futuro.                            

La Sua Presenza nella nostra storia dissemini di “grazia” e di “verità” il travagliato cammino di ogni uomo.                                             

Maranathà, vieni Signore Gesù!

                                   Tu che eri, che sei e che verrai:Amen

Con don Francesco e don Leo auguro a tutti un Santo Natale

il Vostro Parroco Don Gustavo

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ANNO PASTORALE 2018-2019 – Messaggio di saluto per l’inizio del suo ministero –

09 Settembre 2018

Carissimi,

 

in questi giorni quante emozioni e quanti stati d’animo diversi: penso a voi che salutate don Nunzio, dopo quindici anni di cammino insieme, e che nello stesso tempo accogliete me, vostro nuovo Parroco, so che già da qualche mese state pregando per me, ne sono contento! Grazie!

 

Ma non posso non avere un pensiero per i parrocchiani che lascio a San Melchiade, dopo undici anni di lavoro gioioso e di belle esperienze vissute insieme. Così come è stato a San Fedele dove sono stato quattordici anni; anche lì il Signore ci ha ricolmato di gioia, e stata la mia prima destinazione da Parroco dopo essere stato qui come viceparroco. Sì, dopo venticinque anni ritorno in mezzo a voi, non più come viceparroco ma come vostro Padre e Pastore; rivedo volti già conosciuti, che grande gioia! E tutti gli altri che ancora non conosco, ma vi sento già figli miei, vi verrò a trovare e benedirò voi e le vostre famiglie.

 

Non avrei mai pensato. .. tra le tante Parrocchie di Roma, sono ritornato qui a San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti.

 

Ringrazio il Vescovo del settore nord Don Guerino Di Tora, il nostro Vescovo Don Paolo Salvadagi, che ho già incontrato, e il cardinale vicario Don Angelo De Donatis tramite cui il Santo Padre, Papa Francesco, mi ha incaricato di guidare questa Parrocchia.

 

Alla protezione di San Filippo Neri, nostro Patrono, e alla Vergine Maria, nostra Madre Celeste, affido il mio mandato di Parroco.

 

Augurandoci un gioioso cammino insieme benedico voi, le vostre famiglie, tutta la comunità parrocchiale.

 

il Vostro Parroco

don Gustavo

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amaizrul

Parrocchia San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti - Via Martino V° 28 - 00167 Roma - Tel. 06/66000409